L’Homo sapiens ritiene che la sua storia, datata appena 5.000 anni, abbia assunto una traiettoria evolutiva, caratterizzata dallo sviluppo tecnologico. L’aberrazione consiste proprio nel confondere evoluzione con tecnologia, imprimendo una accelerazione alle dinamiche produttive, tale da sconvolgere completamente l’ecosistema.
Il pianeta, per come è stato sfruttato, saccheggiato e profondamente alterato dall’uomo, nel clima e nelle tonnellate di scorie, sta soffrendo di una malattia, ormai cronica e irreversibile: la crescita illimitata delle economie, a discapito del consumo di risorse limitate. L’impegno che il genere umano mette nel distruggere la natura (e quindi se stesso), non solo genera squilibri sociali, mentali ed emotivi, ma soprattutto esaspera i rapporti tra specie diverse. Forse è proprio questo il vero significato della recente pandemia da coronavirus. La manipolazione disinvolta dei semi delle piante e degli agenti patogeni, l’uso indiscriminato e forsennato dei mezzi di produzione, la guerra ormai dilagante in tutto il pianeta, sono tutti fattori predittivi di un collasso ormai imminente.
Per intravedere una via d’uscita, l’Homo sapiens ha probabilmente bisogno di conoscere stili e sistemi di vita diversi, intimamente legati alla natura e alla sua saggezza, che pure sono esistiti prima della sua breve storia. Parliamo di specie umane arcaiche, le quali hanno vissuto sul pianeta Terra per centinaia di migliaia di anni e che solo da poco tempo stanno emergendo come protagoniste di un vissuto sociale, emotivo e comunitario tali, da obbligare noi Sapiens a volgere lo sguardo all’interno e cercare soluzioni. Nel corso verranno condivisi immagini e filmati realizzati dal docente nella sua visita alla grotta di Denisova nei monti Altai.